Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


giovedì 20 agosto 2015

C'è la guerra, ma vi parlo di cinema...


Abbiamo aperto, da poco più di un mese, la comune del film del Rojava. Vogliamo doppiare film e proiettarli per il popolo del Rojava, nelle città, nei villaggi. Vogliamo che i giovani del Rojava imparino a fare film loro stessi, ed è appena finito un corso perché imparassero. Vogliamo dare spazio a chi vuole realizzare film all'esterno del circuito capitalista che impedisce all'arte di svilupparsi e strozza le menti. Siamo all'interno del Tev Çand, la rete che raggruppa le organizzazioni per la cultura, dal canto alla danza, dal teatro alla lingua.


Nel frattempo il Rojava è sotto assedio e pochi giorni fa c'è stato l'ennesimo attentato nella città di Qamislo. Nel Kurdistan del nord lo Stato turco evacua villaggi ed invade i quartieri che hanno dichiarato l'autonomia democratica, oltre che torturare e svilire i corpi delle donne assassinate. E nel frattempo, in tutti questi luoghi, il popolo che lotta per la propria autonomia porta avanti una resistenza esemplare. Ma queste sono cose che già sapete.

...e mi chiederete perché, fuori c'è la guerra, ed io vi parlo di danze tradizionali, teatro e cinema. Ed io rispondo che è proprio perché c'è la guerra che vi parlo di cultura.

Perché quando una bomba a Suruc ammazza attivisti diretti a Kobane, l'obiettivo è attaccare la solidarietà internazionale. E noi vogliamo fare un film proprio sulla solidarietà internazionale, su quanto forte e importante sia. Per dimostrare che con quella bomba, loro, non hanno vinto. Per chi a causa di quella bomba è morto, perché non resti solo.

Perché quando l'ISIS attacca le feste del Newroz (l'anno nuovo curdo) è proprio perché non vuole che la cultura curda abbia spazio. È di questa cultura, di questa tradizioni, che vogliamo raccontare.

Perché, se il fascismo dell'ISIS e dello Stato turco punta ad eliminare le differenze linguistiche e culturali, qui vogliamo dare spazio a tutte le minoranze, non solo a curdi ma anche ad arabi, siriaci, siriani, ceceni, e via dicendo.

Perché, come in tutte le guerre, i bambini sono coloro che, a livello psicologico, ne rimettono di più: sul festival dei bambini stiamo finendo di montare un film. I bambini cantano le loro canzoni, recitano teatro, ballano, e vengono da tutte le città del Rojava: attraverso questo film raccontiamo anche la loro vita e i loro sogni.

A Shingal ha avuto luogo, ormai un anno fa, l'ennesimo genocidio del popolo yazida da parte di ISIS. Su questo episodio sono state raccontate fin troppe menzogne: abbiamo quasi finito di montare un film che racconta la verità su cosa è successo e chi realmente ha difeso questo popolo.

Ora vogliamo fare un altro film, sull'internazionalismo. Vogliamo intervistare anche gli stranieri qui presenti, vogliamo capire perché sono venuti qui e perché si sono uniti a questa lotta e raccontarvelo. Vogliamo mostrarvi come questa sia una lotta per l'umanità e non solo per il popolo curdo.

Per questo, c'è una richiesta che vi faccio. Per fare film servono soldi. Per fare dei buoni film, servono buone attrezzature. Finora ci siamo basati sulle donazioni volontarie di simpatizzanti, ma non basta. Quello che riuscite, organizzando eventi o anche a livello individuale, è tutto importante. Per ulteriori informazioni scrivete a kominafilmarojava@gmail.com
(se volete fare un film in Rojava scrivete allo stesso indirizzo).

Website: www.kominafilmarojava.org


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